 Paciano
Il paese
 391 m. sul livello del mare
Superficie kmq 16,8
Popolazione 965 L’arte e la storia Di origine etrusco-romana, come testimoniano i ritrovamenti archeologici e il nome (Pax Jani, Passus Jani o Pacius), è adagiato su un dosso del Monte Petravella. Il centro storico presenta intatte le sue caratteristiche medievali: le mura, che conservano ancora sei torri, e le tre porte cingono la struttura urbana duecentesca disposta a ventaglio. Le porte, sulla base della loro collocazione, sono denominate rispettivamente Porta Perugina, Porta Fiorentina e Porta Rastrello (così chiamata per il rastrello scolpito proprio sopra la porta). Sul lato destro di questa porta abbiamo il Palazzo Cennini, che fu costruito nel XIV sec. per conto della famiglia Vitelli di Città di Castello. La Rocca Buitoni, così denominata dalla famiglia che l’acquistò nella seconda metà dell’Ottocento, venne eretta nel XIV sec.. Dalla città si gode un vasto panorama che spazia dal Lago Trasimeno, alla Valdichiana, al Monte Amiata. Palazzo Baldeschi, costruito nel 1600 per volontà di Giacomo Baldeschi, nipote del Cardinale Colonna, come residenza estiva della famiglia, presenta nella parte posteriore un singolare giardino all’italiana, disposto su più livelli e delimitato dalle mura. La chiesa di dentro fondata nell’XIV sec., conserva il gonfalone comunale raffigurante la “Madonna della Misericordia”, opera della bottega del Bonfigli. Nelle vicine sale del Museo Parrocchiale “San Giuseppe”, che anticamente ospitava la Confraternita del SS. Sacramento, si trovano due tavole del ‘400 e un affresco raffigurante la Crocifissione del maestro di Perugino, oltre ad arredi sacri e reperti archeologici d’epoca etrusca. Nelle vicinanze si trova la piccola chiesa seicentesca di San Carlo Borromeo, dove aveva sede la Compagnia del Crocifisso. Appena fuori Porta Fiorentina si incontra la chiesa di Santa Maria Assunta, che è la chiesa parrocchiale di Paciano. Si tratta di un’antica pieve, più volte rimaneggiata, denominata Santa Maria di Paciano, presso la quale la tradizione vuole che abitasse il vescovo Lupoziano di Arezzo nel 712. La decorazione a tempera dell’interno risale al 1930 per mano del pittore locale Guglielmo Ascanio, così come il campanile anch'esso di recente costruzione.
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